Si è svolta a Bologna il 7 ottobre 2021 la nona edizione, nell’ambito di H2O Mostra Internazionale dell’Acqua, del Seminario Nazionale, dopo quelle organizzate a Perugia (2003, 2005, 2007), Aversa (2009), Roma (2011), Trento (2015), Gaeta (2017) e Napoli (2019).
L’evento, dal titolo “Tecnologie per la diagnosi delle lunghe adduttrici” ed al quale hanno partecipato Relatori provenienti dal mondo dell’industria, dei gestori e da Università e società di spin-off, ha avuto tra gli obiettivi quello di mettere a confronto le tecniche al momento disponibili per i sistemi di adduzione – nella terminologia anglosassone Transmission Mains (TM) – discutendone pregi e difetti, anche con riferimento alle differenti tipologie di impianto.
Particolare attenzione è stata rivolta, ad esempio, agli oneri connessi con l’esecuzione delle prove, all’interferenza di queste con il regolare funzionamento del sistema e alla loro durata, alla possibilità di un trasferimento al gestore della metodologia di prova e all’eventuale autonomia di quest’ultimo nell’esecuzione di verifiche periodiche.
La necessità di affrontare queste tematiche è nata dal fatto che, in un recente passato, era opinione diffusa che nei sistemi di adduzione le perdite, e più in generale le anomalie, potessero ritenersi assolutamente trascurabili rispetto a quelle nelle reti di distribuzione (Water Distribution Networks – WDN). Nel caso delle perdite, ad esempio, nei TM il controllo si riduce spesso alla misura della portata immessa e di quella consegnata all’utente finale (in ciò trascurando la circostanza che l’aver stabilito l’esistenza di una perdita non equivale a conoscerne la posizione). Questa impostazione è stata però progressivamente smentita dai fatti. In primo luogo, il crescente numero di interventi eseguiti sui TM ha evidenziato il loro progressivo deterioramento, con evidenti conseguenze sulla percentuale di perdite. In secondo luogo, l’insufficiente precisione dei misuratori di portata non consente di distinguere, ad esempio nelle condotte di grande diametro, le perdite dall’errore di misura. In terzo luogo, l’intrinseca inaccessibilità dei TM rende alquanto problematico il controllo dell’integrità delle tubazioni.
Queste esigenze hanno determinato una crescente attività di ricerca per la messa a punto di affidabili tecniche per la verifica dell’integrità dei TM. Il primo risultato di tale ricerca è stata la constatazione che TM e WDN fossero tanto diversi da non poter esportare nei TM le tecniche di ricerca-perdite utilizzate nelle WDN. Le principali differenze riguardano la maggiore profondità di posa e il minor numero di punti di comunicazione con il mondo esterno dei TM rispetto alle WDN. Tali differenze, inoltre, comportano senz’altro maggiori costi di indagine nei TM rispetto alle WDN. Sono state pertanto sviluppate alcune tecniche specifiche per i TM, definite con terminologia anglosassone In-Line Techniques (ILT). In alternativa, negli ultimi due decenni, sono state portate all’attenzione dei tecnici le tecniche basate sull’esecuzione di prove di moto vario (le cosiddette Transient Test-Based Techniques – TTBT).
Il successo dell’evento ed il grande interesse mostrato dai partecipanti per le tematiche affrontate pongono sicuramente le basi per futuri seminari e workshop finalizzati ad un confronto sempre più ravvicinato sulle tecniche di diagnosi dei sistemi di adduzione.
Il manifesto e il programma dell’evento sono consultabili qui.